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==== INSEGNAMENTO DELLA MUSICA A ROMA =====================
                               fonte: ADEMOLLO Teatri 31-32

[?] ANGELINI BONTEMPI, Historia musica, Perugia 1695
   Le scole di Roma obbligavano i discepoli ad impiegare o-
gni giorno un'ora nel cantar cose difficili e malagevoli, 
per l'acquisto dell'esperienza; un'altra negli studi delle 
lettere e un'altra negli ammaestramenti ed esercizi del 
canto e sotto l'udito del maestro e davanti a uno specchio,
per assuefarsi a non far moto alcuno inconveniente, né di 
vita, né di fronte, né di ciglia né di bocca; e tutti que-
sti erano gli impieghi della mattina. Dopo il mezzodì si 
impiegava mezz'ora negli ammaestramenti appartenenti alla 
teorica; un'altra mezz'ora nel contrappunto sopra il canto 
fermo; un'ora nel ricevere e mettere in opera i documenti 
del contrappunto sopra la cartella; un'altra negli studi 
delle lettere e il rimanente del giorno nell'esercitarsi 
nel suono del clavicembalo; nella composizione di qualche 
salmo o mottetto o canzonetta o altra sorte di cantilena 
secondo il proprio genio, e questi erano gli esercizi ordi-
nari di quel giorno nel quale i discepoli non uscivano di 
casa. Gli esercizi poi fuori di casa erano l'andar spesse 
volte a cantare e sentire la risposta da un'eco fuori della
Porta Angelica verso M. Mario per farsi giudice da sé stes-
so dei propri accenti; l'andare a cantar quasi in tutte le 
musiche che si facevano nelle chiese di Roma, e l'osservare
le maniere del canto di tanti cantori insigni che fiorivano
nel pontificato di Urba- | no; lo esercitarsi sopra quelle 
e il renderne le ragioni al maestro quando si ritornava a 
casa; il quale poi per maggiormente imprimerle nella mente 
dei discepoli vi facea sopra i necessari discorsi e ne dava
i necessari avvertimenti. Questi son stati gli esercizi, 
questa la scuola che noi sopra la musica armonica abbiamo 
avuto in Roma da Virgilio Mazzocchi, professore insigne e 
maestro di cappella di S. Pietro in Vaticano, il quale ha 
dato nuovi lumi a questa scienza.

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