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Banca Dati "Nuovo Rinascimento" LETTURE DEL SONETTO TESTO Rime e Lettere di MICHELANGELO, a cura di PAOLA MASTROCOLA, Torino, UTET («Classici italiani»), 1992, pp. 70-71
I' ho già facto un gozo in questo stento,
come fa l'aqua a' gacti in Lonbardia
o ver d'altro paese che si sia,
ch'a forza 'l ventre apica socto 'l mento. 4
La barba al cielo, e·lla memoria sento
in sullo scrignio, e 'l pecto fo d'arpia,
e 'l pennel sopra 'l viso tuctavia
mel fa, gocciando, un rico pavimento. 8
E' lombi entrati mi son nella peccia,
e fo del cul per contrapeso groppa,
e ' passi senza gli ochi muovo invano. 11
Dinanzi mi s'allunga la corteccia,
e per piegarsi adietro si ragroppa,
e tendomi com'arco soriano. 14
Però fallace e strano
surgie il iudizio che la mente porta,
ché mal si tra' per cerboctana torta. 17
La mia pictura morta
difendi orma', Giovanni, e 'l mio onore,
non sendo in loco bon, né io pictore. 20
immesso in rete il 20 dicembre 1995 |